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Creatività come espressione di sé nella vita e nel lavoro

Creatività come espressione di sé nella vita e nel lavoro

Essere creativi è una scelta: due libri per scoprire e riattivare la propria creatività

La creatività è sempre più il centro della crescita personale e professionale e contribuisce a fare di noi delle persone felici e realizzate.

A questo proposito ho da poco finito di rileggere due libri interessanti.

Il primo è un libro di Seth Godin: La pratica. L’attività creativa è una scelta quotidiana.

Il secondo è dell’antropologo Brian Solis: De-Crescere bene. Come rendere la tua vita più creativa, produttiva e felice.

Sono due libri molto diversi fra loro ma entrambi insistono su un atteggiamento fondamentale: eliminare dalla nostra vita ciò che non ci appartiene e ciò che ci distrae in modo continuo – con una grande opera di forza e coraggio – per arrivare al fulcro di ciò che siamo e dare libero sfogo al pensiero creativo e alla sua originalità.

L’insegnamento è quello di risvegliarci dal torpore della staticità e avere coraggio di mettersi in gioco grazie alla creatività.

La buona notizia è che la creatività non è prerogativa di persone geniali o particolarmente dotate: la creatività è una pratica giornaliera che possiamo iniziare a fare nostra da subito. 

Perché, come consiglia Seth Godin:

“Vale la pena produrre lavori di cui essere orgogliosi, anche se non saranno necessariamente tutti un successo.”

Seth Godin-Brian Solis

Due libri da scoprire: “De-Crescere bene. Come rendere la tua vita più creativa, produttiva e felice” di Brian Solis (Hoepli, 2020) e “La pratica. L’attività creativa è una scelta quotidiana” di Seth Godin (Roi Edizioni 2021)


Tutti i vantaggi della creatività

Inseguire l’obiettivo di vivere e lavorare con creatività porta una serie di benefici. Vediamoli insieme.

La creatività:

  1. È una sfida che attiva la mente, stimola il pensiero critico.
  2. Ci permette di apprendere con maggiore facilità, di risolvere problemi e di cogliere opportunità.
  3. Migliora la qualità del lavoro e aumenta la produttività, ma contribuisce anche a farti sentire una persona più sicura di te e più competente.
  4. Ci predispone all’empatia e crea connessioni profonde con noi stessi e con gli altri.
  5. Apre mente e cuore e ci permette di sfruttare risorse che neppure sapevamo di avere.
  6. Stimola la riflessione e ci spinge ad abbandonare il consumo distratto degli stimoli (sms, tweet, notifiche) provenienti dall’esterno e a concentrarci su ciò che noi stiamo facendo.
  7. Riduce ansia e stress.
  8. Mantiene la mente attiva e ciò può rallentare il processo di invecchiamento (secondo recenti studi del Dr.Gene Cohen della George Washington University). Cohen ha scoperto, inoltre, che gli anziani disposti a mettersi alla prova dal punto di vista creativo si mantengono più in salute, sono meno depressi e meno soggetti a infortuni.

Senza l’attività creativa saremmo fermi nella nostra “zona di confort”, dove manca l’innovazione e la vitalità.

La creatività ci spinge invece a correre rischi che possono aprirci nuove porte e che sono espressione del nostro io più profondo.

Crescendo, molti di noi maturano una sorta di timore verso la propria creatività: perché?

Crescendo, molti di noi maturano una sorte di timore riguardo la propria creatività.

Temiamo il giudizio della società e finiamo col reprimere il nostro guizzo creativo, soffocando così una parte fondamentale del nostro essere.

Reprimere i nostri istinti creativi è una strategia spiacevole e inutile, oltre a un’abitudine che può arrivare a danneggiarci senza che ce ne rendiamo conto. La creatività inutilizzata si trasforma in sofferenza, rabbia, giudizio, dolore e vergogna: non riconoscere o non esprimere il nostro lato creativo può generare depressione, insicurezza, stress e ansia.

Creatività nel lavoro

Segui il flusso della creatività e lascia scorrere le tue idee

Scuola, lavoro e creatività

Purtroppo la società attuale tende spesso a reprimere la creatività. Ci viene esplicitamente detto come dovrebbero essere le nostre vite.

Da piccolini impariamo dai nostri genitori cosa è giusto o sbagliato e poi, una volta inseriti nel sistema scolastico, purtroppo perdiamo molte delle nostre innate capacità creative.

Nella maggior parte delle scuole si esaltano competenze di tipo logico o analitico mentre ci dimentichiamo delle abilità creative, quasi non fossero doni adatti al nostro sistema e, sopratutto, non utili per guadagnarsi da vivere. Peccato!

È allora fondamentale alimentare l’immaginazione e la creatività nei ragazzi, nei giovani e negli adulti, proprio per non privare il mondo di quel valore.

In questi periodi di grandi sconvolgimenti lavorativi, la creatività, che è il motore dell’innovazione, è una componente indispensabile.

Kennet Robinson, educatore e scrittore britannico famoso per i suoi TED, afferma che:

“Molti individui talentuosi, brillanti e creativi non sanno di esserlo perché, a scuola, le attività in cui ottenevano risultati migliori non venivano valorizzate o, peggio, venivano disapprovate.”

È su questo pensiero che si fonda la presentazione di Alike, il noto cortometraggio del 2016 che ha ottenuto applausi anche dalla critica.

Corto Alike

Il cortometraggio Alike, dei due animatori madrileni D.Martinez Lara e Cani Méndez, racconta la routine quotidiana di un padre e del figlio piccolo. I due autori puntano la luce sul rifiorire dell’individuo che decide di liberarsi delle convezioni sociali e del grigiore che comportano per dare libero sfogo all’immaginazione e all’espressione artistica.

In soli sette minuti il corto ci commuove e ci fa riflettere su cosa realmente accade quando accantoniamo l’immaginazione a favore della concretezza, mettendo da parte la creatività e i nostri talenti.

Proprio come succede al padre in questo corto (che, se non hai già visto, ti consiglio di guardare), il nostro artista interiore, pieno di speranza, è dentro di noi anche quando siamo adulti, e attende di uscire fuori.

Prova a pensare come sarebbe il mondo se permettessimo ai nostri figli (e a noi stessi) di seguire gli insegnamenti di questo film.

Nel testo di Brian Solis ho sottolineato alcuni riferimenti che trovo possano essere di riflessione e ispirazione.

Secondo i fratelli David e Tom Kelley (Tom Kelley è il fondatore dell’Institute of Design of Standford e con il fratello ha scritto il best-seller “Creative Confidence: Unleashing the Creative Potential Within Us All”) le aziende danno troppo spesso per scontato che creatività e innovazione siano appannaggio degli individui creativi.

Si è scoperto invece che la creatività non è un dono raro di cui godono pochi fortunati, ma una componente fondamentale del pensiero e del comportamento umano. 

In molti di noi è bloccata ma fortunatamente è possibile sbloccarla e ciò può avere implicazioni di ampia portata sulla nostra vita, personale e lavorativa.

David Kelley ha approfondito il tema anche durante un TED Talk (Technology Entertainment Design è una serie di conferenze gestite dall’organizzazione privata non-profit statunitense Sapling Foundation) con un invito a non dividere il mondo in creativi e non creativi:

“Non dividete il mondo in creativi e non creativi, come se la creatività fosse un dono divino.Per acquisire la propria natura creativa, le persone dovrebbero lasciar fluire le proprie idee…solo così potranno ottenere ciò che si erano prefissate e raggiungere una stato di fiducia creativa.”

Essere creativi è una scelta

Ognuno di noi ha doni creativi e unici da offrire, e ognuno di noi dovrebbe aver fiducia nella propria unicità.

Ricorda che un lavoro tecnico sarà facilmente rimpiazzabile dalla tecnologia, mentre un lavoro che richieda immaginazione, pensiero creativo, capacità di analisi e ragionamento è più difficile da automatizzare.

Anche se pensi di essere una persona non particolarmente creativa sappi che la creatività è un’abilità che è possibile apprendere.

Tutti noi possiamo migliorarci come individui, crescere e sviluppare competenze mentali, fisiche ed emotive per elaborare un pensiero personali e fuori dal coro.

Ma come fare per riaccendere quello spirito creativo sopito?

Liberare la creatività Brian Solis

Riaccendere la creatività

Nel libro “De-Crescere bene. Come rendere la tua vita più creativa, produttiva e felice” Brian Solis – antropologo digitale e speaker di fama internazionale – suggerisce un percorso per risvegliare la propria creatività.

È un percorso che ci permette prima di tutto di trovare il nostro equilibrio, riappropriarci del nostro tempo e dunque il controllo della propria vita.

Siamo tutti troppo impegnati e troppo multitasking: ma vivere attaccati allo smartphone ci procura gioia? Seguire la vita degli altri è più importante che vivere la nostra? Leggere l’ultima e-mail nel momento stesso in cui arriva è proprio così importante?

Anziché cedere al richiamo di notifiche, like, app e social – da cui, soprattutto nei momenti di noia, è difficile staccarsi – possiamo imparare a gestire meglio il nostro tempo e ritrovare l’ispirazione che ci serve, senza per questo rinunciare agli innegabili vantaggi offerti dal web.

Solis unisce pensiero scientifico a consigli pratici offrendo strumenti semplici e utili per:

  1. Identificare le principali fonti di distrazione e spostare l’attenzione su attività creative e produttive;
  2. Riconoscere e contrastare le strategie di manipolazione che portano alla dipendenza digitale;
  3. Trovare motivazioni e scopo di impiegare il tempo in modo più significativo e smettere di rimandare;
  4. Interrompere le cattive abitudini e mettere in pratica la routine necessaria per raggiungere gli obiettivi;
  5. Massimizzare la produttività con strategie semplici ma efficaci;
  6. Mantenere la concentrazione per lunghi periodi;
  7. Sorridere di più e aumentare l’autostima.

Creatività e autostima

Dalla pagina LinkedIn di Brian Solis

Il percorso, che lo stesso Solis ha sperimentato nella propria vita, propone una de-crescita, che significa liberarsi dalle tante distrazioni (e un po’ tornare allo stato d’animo del bambino che c’è in noi) e prevede varie fasi.

Dalla presa di coscienza del nostro stato al riposizionarsi e riequilibrarsi fino alla definizione dei pilastri fondamentali (ciò che ha valore per noi) e allo sblocco dell’energia per raggiungere i nostri obiettivi.

La decrescita è uno sforzo di esplorazione del nostro io e un patto con noi stessi per arrivare a vedere, apprendere e mettere in pratica ciò che ci permette di vivere meglio.

Scrive Brian Solis:

“La decrescita è un modo di gestire la propria vita nel momento stesso in cui scorre, con l’intento di ritrovare la nostra creatività repressa.
È un viaggio alla scoperta di sé, un viaggio di comprensione e risveglio. Più ami ciò che è dentro di te e più le persone che ti circondano ameranno ciò che esprimi. Più sai e più potrai trasformarti nella persona che aspiri a diventare.”

Ho amato questo libro dalla prima all’ultima pagina e, oltre a trovare aspetti interessanti da approfondire, mi ha aiutato a capire che sono sulla strada giusta quando scelgo di esprimere ciò che sono e che amo anche nel mio lavoro.

Ho capito che riservarsi del tempo da dedicare a ciò che fa stare bene non può che giovare, che staccare il telefono (o lasciarlo a casa) mentre mi occupo di altro è liberatorio e che non essere schiava delle notifiche o delle storie di Instagram è un gran beneficio.

Liberiamoci da tutto ciò che è fuori da noi e diventeremo persone migliori, creative e felici!

L’attività creativa è una pratica quotidiana

Anche Seth Godin ci invita a fidarci del nostro io, nonostante il sistema ci faccia sentire impotenti o inadatti o “non dotati dei giusti talenti”.
Quell’io che dobbiamo però avere coscienza che esista, quell’io un po’ sopìto che ha bisogno di coraggio per emergere.

Scrive:

Ma siete già all’altezza.
Avete già abbastanza forza.
Avete già capito abbastanza.
Cominciate dal punto in cui siete.
Identificate lo schema e prendetelo a cuore così tanto da fare qualcosa a riguardo.

Seth Godin, nel raggiungimento del nostro obiettivo, focalizza la creatività nella fiducia in sé e nella pratica quotidiana.

Essere creativi è creare ogni giorno, per noi copywriter è scrivere ogni giorno, è impegnarsi a farlo anche se non abbiamo ispirazione. 

L’identità alimenta l’azione e l’azione genera abitudini e le abitudini sono parte di una pratica e una pratica è la migliore maniera per arrivare dove aspirate andare.

Il processo è il cuore della pratica, l’accento è sul come e non sul risultato.

Ma le idee migliori nascono quando siamo attenti e vigili, non addormentati o assorbiti (l’autore usa la parola intorpiditi) da ciò che non ci appartiene.

Con La pratica Seth Godin ci offre una guida per vincere i blocchi che ci impediscono di far sentire la nostra voce e condividere le nostre idee.

Perché il processo creativo è appannaggio di ognuno di noi, non è magia e non è riservato alle mente geniali. 

E ci lancia un appello a non perdere la fiducia e l’entusiasmo nella scelta quotidiana di esercitare la creatività. 

Perché se il lavoro creativo non offre garanzie riguardo al risultato, non significa che non valga la pena di svolgerlo. Anzi, in fondo è proprio questo che lo rende così stimolante.

Seth Godin Citazione

Citazione di Seth Godin

 

E concentriamoci sul processo, che è il cuore della pratica, non ai risultati, che arriveranno.

Quando leggo ho l’abitudine tenere una matita a portata di mano per sottolineare e segnare ciò che più mi colpisce. Anche in questo caso ho scarabocchiato il libro in diverse occasioni.

A pag. 129 uno dei concetti più importanti è quello di saper ascoltare.

Per poter realizzare il processo creativo è necessario ascoltare con molta attenzione sogni, desideri e bisogni, nostri e dei nostri clienti.

Due libri molto diversi ma con un messaggio univoco: riappropriarsi del nostro io più profondo e lasciare fluire la propria creatività con coraggio.

 

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Articolo scritto nel mese di aprile 2021, rivisto e aggiornato a luglio 2024

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per un migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

Copywriter

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Le 3 fasi del piano di Destination Marketing per la tua struttura turistica

Le 3 fasi del piano di Destination Marketing per la tua struttura turistica

Per una destinazione turistica, un efficace piano di marketing permette di raggiungere nuovi clienti, di consolidare il rapporto con quelli già acquisiti e di migliorare la propria brand reputation

Oggi, affinché una destinazione turistica sviluppi una strategia di marketing efficace, è necessario comprendere i cambiamenti che riguardano il mondo del turismo e i desideri dei viaggiatori.

I pilastri su cui si fondava l’efficacia di una destinazione turistica sono cambiati in modo radicale, così come è cambiato il turista e il suo modo di viaggiare.

Il turista di oggi è un viaggiatore attento, un vero e proprio consumatore di esperienze, una persona che desidera entrare in contatto con la destinazione e stabilire con essa una relazione unica e profonda.

La destinazione è vissuta quindi nella sua globalità con le sue caratteristiche e le sue risorse.

Scopri insieme a me come migliorare la comunicazione online della tua struttura attraverso la costruzione di un piano di destination marketing attento al cliente e ai suoi desideri.

Il marketing turistico

Il marketing turistico fa riferimento all’insieme di strategie che hanno come obiettivo la definizione di progetti e programmi volti a garantire lo sviluppo di brand awareness di una destinazione nel lungo periodo.

Le componenti di cui il professionista del marketing turistico deve tener conto sono quelle proprie del sistema turistico:

  • l’elemento umano che trovi nel turista/viaggiatore;
  • l’elemento propositivo che trovi nell’offerta;
  • l’elemento geografico che trovi nell’ambiente.

Importante è inoltre integrare il marketing online con quello offline, perché ci sono ancora alcuni segmenti della domanda e alcuni mercati dove l’offline è importante e trova un buon riscontro.

Cerca di stimolare l’interesse del tuo potenziale visitatore portandolo a cercare informazioni, guardare in rete ed ad entrare nel tuo sito.

In tal modo guiderai il turista verso un’azione e consoliderai un contatto.

Come promuovere la tua destinazione online

Fare destination marketing online vuol dire:

  • farti trovare dai tuoi clienti abituali e da quelli potenziali;
  • costruire relazioni durevoli con gli utenti/clienti.

Clienti che saranno i primi portavoce delle proprie esperienze attraverso commenti e fotografie sui social network e i post sui blog personali.

L’idea è quella di trasformarti in un vero e proprio designer dell’esperienza della tua destinazione, per essere in grado di ideare offerte su misura.

Essenziale oggi è lo storytelling esperenziale, ovvero la capacità di narrare storie significative in grado di influenzare le scelte dei  tuoi consumatori.

Quindi, per promuovere la tua destinazione online puoi:

  • Progettare esperienze di viaggio con un valore emozionale forte;
  • Comprendere e soddisfare le nuove esigenze del turista;
  • Integrare il digitale e i social network nelle strategie di promozione del territorio;
  • Utilizzare le tecniche narrative dello storytelling applicato al turismo;
  • Individuare e programmare strategie di produzione di contenuti web in grado di coinvolgere il turista ancora prima della partenza.

Ti potrebbe interessare anche: Instagram per il turismo: 5 consigli per raggiungere il tuo target e aumentare la visibilità

Il marketing mix

Una corretta strategia di marketing turistico deve essere strutturata e costruita su tre elementi essenziali:

  1. La destinazione/brand;
  2. I prodotti;
  3. Le esperienze.

Gli obiettivi del marketing mix, anche se diversi e differenziati, devono essere consecutivi.

Attraverso azioni di marketing online e offline devi comunicare l’esistenza della tua destinazione al mercato.

Per comunicare e promuove la tua destinazione devi utilizzare sia il marketing online sia quello offline: focalizzati sugli elementi di unicità, di differenziazione, sulla proposta di valore della tua destinazione e sui suoi punti di forza.

Quando invece devi comunicare il prodotto la segmentazione è la chiave e, quindi, il marketing online è quello più adeguato in quanto i suoi strumenti e le tattiche sono più flessibili.

Comunicando l’esperienza e le emozioni che i turisti potranno vivere lo strumento migliore che puoi utilizzare sono i social media e per scegliere i canali e i tipi di marketing più adeguati da utilizzare prima è importante che comprendi bene il mercato e i diversi target di riferimento.

Nella composizione del marketing mix ricordati che il ciclo dell’esperienza turistica del cliente con la destinazione è molto più intenso e prolungato che in passato.

La promozione e la comunicazione devono avvenire in tutte le fasi:

  • nella ricerca di idee e suggestioni;
  • durante la fase di decisione/scelta;
  • nella pianificazione;
  • durante la presenza del turista sul territorio.

Tre fasi fondamentali: analisi, pianificazione, azione

Con il termine “digitale” non si intende solo web marketing ma anche il social media marketing, ossia l’utilizzo dei i social media per creare awareness e generare engagement, facilitando così l’user generated content.

Il processo per mettere in atto una strategia di marketing digitale prevede tre diverse fasi. Vediamole insieme.

1. Analisi

L’analisi è propedeutica ad ogni azione. Hai bisogno di possedere tutta una serie di informazioni indispensabili per definizione di una strategia efficace.

Hai bisogno di comprendere le dinamiche della domanda e dei diversi segmenti di mercato, conoscerne le caratteristiche e i tempi di reazione.

Per esempio sapere quanto tempo prima di partire i potenziali turisti iniziano la ricerca di informazioni sul posto.

Sapere come arrivano i turisti da te è importante perché in questo modo puoi definire le partnership migliori da attivare, così come è fondamentale essere a conoscenza dei canali di informazione che utilizzano così da riuscire ad intercettarli.

La scelta stessa dei mercati strategici non è semplice, devi osservarne l’economia, verificare le tendenze e le abitudini dei turisti di ogni singolo mercato, senza dimenticare l’analisi delle motivazioni che li spingono a scegliere la tua destinazione.

Questo ultimo elemento ti permette di verificare se gli argomenti di comunicazione o di vendita che hai scelto sono in linea con quelli di interesse dei turisti.

2. Pianificazione

Per poter pianificare hai bisogno prima di definire gli obiettivi strategici della tua destinazione, che in linea di massima consistono nel raggiungere in maggior numero di potenziali clienti/turisti e nel fidelizzare quelli già acquisiti.

Il tuo sito web deve quindi essere in grado di comunicare e valorizzare l’experience destination e di generare prenotazioni, assicurando un’efficace distribuzione dell’informazione ai potenziali turisti e visitatori.

La definizione degli obiettivi impone di fare delle scelte e di stabilire delle priorità. In base ad esse si deve poi definire la distribuzione delle risorse economiche e dei tempi di dedizione.

È ovvio che non si può stabilire una matrice lineare per tutte le destinazioni in quanto essa varia in base al numero di prodotti-destinazione e al numero di mercati sul quale si intende operare.

Non ti dimenticare che oggi il turista gode della fiducia degli altri turisti, ai cui occhi è credibile e autorevole, e che le sue recensioni sono dunque molto importanti.

Puoi quindi utilizzare a tuo favore le opinioni e i commenti dei turisti e stimolare la loro naturale capacità di promozione e raccomandazione.

Leggi: Brand Reputation: 10 consigli per migliorare la tua reputazione online

3. Azione

Per agire nel destination marketing devi lavorare con le 6c:

  • Cliente: è il tuo obiettivo strategico ed è fondamentale coinvolgerlo, curarlo ed incentivarlo per trasformarlo in un appassionato e promotore della tua destinazione;
  • Connessione: stimolare il contatto fra il turista e gli utenti della rete sfruttando le connessioni esistenti fra loro in modo che parlino del tuo territorio e lo raccomandino;
  • Conversazione attraverso la creazione e la diffusione di contenuti nel mercato;
  • Contenuti;
  • Community;
  • Contatto.

Una volta che hai lavorato su questi fattori puoi individuare le diverse tecniche di marketing che meglio si prestano al mondo del turismo: Inbound marketing e Content marketing.

Piano di Destination Marketing: strumenti utili

Per costruire la tua tattica di destination marketing hai a tua disposizione diversi strumenti  da utilizzare in base all’obiettivo da raggiungere: e-mail, SEO e SEM e i social media.

PIANO DI DESTINATIONMARKETING

Gli strumenti che ti possono essere d’aiuto nel costruire la tua strategia di destination marketing sono l’e-mail marketing, SEO, SEM e i social media

 

E-mail marketing

L’e-mail marketing utilizza la posta elettronica come mezzo per comunicare messaggi commerciali e non al pubblico ed è utile sia per fidelizzare i turisti che hanno visitato la tua destinazione sia per acquisire nuovi clienti.

Vantaggio dell’e-mail marketing è l’essere istantaneo, una e-mail arriva in pochi secondo e permette di stabilire un contatto diretto con il destinatario.

Un suo uso strategico, ad esempio con l’invio periodico di una newsletter, permette alla destinazione di incrementare la propria notorietà così come quella dei propri prodotti e servizi a costi ridotti rispetto alla posta tradizionale.

Leggi anche:I vantaggi dell’Email Marketing e come scrivere una Newsletter efficace

SEO (Search Enginge Optimization) e SEM (Search Engine Marketing)

In un piano di destination marketing è fondamentale essere visibili e trovabili in modo facile in rete.

Il SEO permette infatti di indicizzare al meglio il sito, migliorandone sia gli aspetti interni sia quelli esterni, al fine di generare traffico proveniente dai motori di ricerca.

Altrettanto importante è il SEM, che indica tutte quelle attività di web marketing che vengono effettuate per incrementare la visibilità e la rintracciabilità di un sito tramite i motori di ricerca e che quindi costituiscono una parte fondamentale della promozione online.

Per sfruttare al meglio le possibilità offerte dalla rete è necessaria una gestione integrata sia del SEO che del SEM.

Social media

Il piano di marketing turistico deve fare molta attenzione alle reti sociali perché è proprio lì che si creano e si diffondono i giudizi.

Una destinazione oggi deve comunicare le esperienze, utilizzando le raccomandazioni degli utenti e raccontando storie attraverso la tecnica del visual storytelling.

Bisogna passare dalla comunicazione, nuda a cruda, all’engagement e in questo senso i social media, proprio per la loro natura bidirezionale sono uno strumento efficace perché permettono di costruire relazioni con gli utenti attraverso i contenuti e l’interazione.

Ciò che è fondamentale è creare contenuti di qualità, in grado di trasmettere emozioni e valori, di stimolare una reazione nel destinatario.

L’obiettivo di fondo del contenuto è essere condiviso e creare quello che viene definito il WOM (word of mouth), ossia il passaparola.

Potresti leggere anche:

Se ti interessa conoscere come applicare gli strumenti di marketing al settore turistico visita la sezione del Blog di AEsse Communication sul Marketing del Turismo: potrai trovare tanti consigli utili alla tua attività

Costruire un’efficace piano di digital marketing non è un’operazione semplice e alla portata di tutti, quindi se hai bisogno di qualche consiglio o di aiuto per la tua attività online non esitare a contattarmi nel team di AEsse Communication.

 

Articolo scritto a luglio 2020, rivisto e aggiornato nel mese di aprile 2024

 

Scrivo di marketing turistico e mi occupo di social media.

Giorgia Bozzetti

Social Media Addicted

Il sito web della tua struttura non sta portando i risultati sperati?

Se il sito web della tua struttura non sta portando i risultati che speravi e vorresti ottenere maggiore visibilità e più conversioni la cosa migliore da fare è una revisione dei testi del tuo sito.

Il processo di revisione dei testi (editing) nell’ottica del marketing turistico prevede:

  • la scelta delle parole più adatte nella comunicazione alberghiera;
  • la correzione di eventuali errori di ortografia, grammatica, scelte lessicali non appropriate;
  • l’analisi e l’utilizzo delle keywords più usate nel mercato di riferimento;
  • l’applicazione delle tecniche di SEO copywriting allo scopo di ottenere testi ottimizzati alla ricerca e alla lettura che avviene sul web;
  • l’utilizzo di tecniche di scrittura di tipo persuasivo ed emozionale per aumentare le conversioni.

L’obiettivo è quello di migliorare quel linguaggio settoriale poco informativo e tutto uguale che ancora caratterizza molta comunicazione in ambito turistico.

Posso occuparmi anche di lettere di presentazione e fac-simile di preventivi: il tutto per migliorare l’approccio comunicativo al cliente.

Hai bisogno del mio aiuto?

Scrivimi, studierò il tipo di comunicazione e di linguaggio più adatto alla tua attività!

Inoltre, se pensi possa essere utile a te e al tuo team, ho messo a punto un nuovo corso per il web dedicato agli operatori per il turismo.
In 10 ore di lezione vedremo insieme:

  • le basi del copywriting turistico,
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Per saperne di più visita la pagina del corso sul mio sito web.

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Metti in pratica il Marketing della Gratitudine e i  tuoi clienti si ricorderanno di te

Metti in pratica il Marketing della Gratitudine e i tuoi clienti si ricorderanno di te

Non spetta ai tuoi clienti ricordarsi di te. È il tuo lavoro che costantemente ricorda loro chi sei e il motivo per il quale siete entrati in relazione

Il marketing oggi, per essere efficace, deve basarsi su ascolto, empatia e servizio. Con il Gratitude Marketing, che implica fiducia e capacità di donare, ti farai ricordare.

Hai mai sentito parlare del marketing della gratitudine? Gli americani lo chiamano gratitude marketing.

Oggi voglio parlarti proprio di questo: di cambiare prospettiva nel tuo modo di fare marketing e di usare la gratitudine. Vedrai quanto farà bene a te e alla tua attività.

Cos’è il Marketing della Gratitudine

In questi anni di attività ho imparato che il lavoro è dinamico e sempre in cambiamento.

E che i clienti cercano due cose: qualcuno di cui fidarsi e qualcuno su cui poter contare, qualcuno insomma a cui affidare la propria immagine e a cui delegare alcuni aspetti della loro attività certi di non esserne delusi.

Mentre il marketing tradizionale si limita a parlare alle persone, il gratitudine marketing entra in connessione con esse in una relazione umana autentica e personale.

Ricorda che:

Le persone si dimenticano cosa hai detto o fatto ma non dimenticano come le hai fatte sentire e se hai fatto qualcosa di particolare per loro.

Anche il marketing della gratitudine è qualcosa di dinamico: dal momento che è centrato sul cliente e punta a migliorargli la vita, i ritorni non possono che essere positivi anche per te.

Come cominciare a praticare la gratitudine?

Tutti noi, con la nostra attività, possiamo fare ogni giorno qualche piccolo gesto per coltivare la gratitudine.

Le persone amano essere apprezzate: possiamo cominciare ringraziando quei clienti che già fanno parte del nostro business.

Michael F. Sciortino, “padre” del Gratitude Marketing (suo il libro Gratitude Marketing, how you can create clients for life, 2015)  scrive che sono 3 le frasi che dovremmo abituarci a usare più spesso:

  • Grazie.
  • Cosa ne pensi?
  • Sono fiero di te.

“Mostrare gratitudine è una delle cose più semplici ma anche delle più potenti che gli esseri umani possano fare l’un per l’altro.”

Randy Pausch

Dobbiamo cominciare a pensare che le relazioni sono un privilegio e che il significato della nostra vita sta non in ciò che abbiamo ma in ciò che doniamo agli altri.

Prova a vedere le cose dal punto di vista del tuo cliente e chiediti perché dovrebbe scegliere te piuttosto che scegliere altre opzioni presenti sul mercato.

La risposta è semplice. Le competenze sul tuo campo stanno alla base del tuo lavoro, ma sono le attenzioni e la premura che fornisci che fanno la differenza.

gratitude marketing

5 motivi per cui dovresti introdurre il Gratitudine Marketing nel tuo lavoro

Introdurre la gratitudine nella routine lavorative porta 5 vantaggi interessanti:

  1. Quando i clienti sperimento la generosità e la gentilezza del tuo modo di lavorare parlano bene di te favorendo il passaparola.
  2. Donare agli altri è il più grande regalo che puoi fare a te stesso.
  3. Il gratitudine marketing è utile per consolidare le relazioni già acquisite. 
  4. La risorsa principale del tuo business è data dalle relazioni con il cliente e se coltivi una relazione crei il cliente per la vita.
  5. La relazione col cliente può diventare più preziosa se utilizzi una comunicazione più affidabile e significativa.

In quest’ottica il tuo obiettivo principale è quello di comprendere al meglio cosa è importante ora per i tuoi clienti e quello di determinare cosa la tua attività può fare per migliorare la vostra relazione.

Prova allora a chiederti se il tuo modo di fare marketing si fa ricordare e se produce i risultati sperati. Ma anche se ti impegni abbastanza affinché i tuoi clienti siano soddisfatti di te.

Gratitude marketing: come instaurare un rapporto di fiducia

La fiducia implica il concentrarsi su ciò che è importante per l’altro e solo con il rispetto, la sincerità, la comprensione e le attenzioni verso di lui potrai distinguerti.

Ma come possiamo definire la parola “fiducia”? Proviamo a spiegarla utilizzando il rispettivo in inglese: trust.

T: total

R: respect

U: understanding

S: sincerity

T: thoughtfulness

La fiducia si basa sul modo in cui si impostano le relazioni interpersonali: coltiva le relazioni e i tuoi clienti si fideranno di te.

Ricorda che la fiducia è il regalo più prezioso che il cliente può offrirti.

Non spetta ai tuoi clienti ricordarsi di te. È il tuo lavoro che costantemente ricorda loro chi sei e il motivo per il quali siete entrati in relazione.

Dovresti dare al tuo cliente la possibilità di raggiungere sempre, quando ne ha bisogno. E la tua comunicazione deve essere:

  1. Semplice da capire
  2. Semplice da seguire
  3. Difficile da dimenticare

“Provare gratitudine e non esprimerla è come incartare un regalo e non consegnarlo.”

William Arthur Ward

Nell’articolo Il Marketing della Gratitudine: fiducia, empatia e servizio per consolidare le relazioni condivido alcuni consigli su come mettere in pratica, con alcuni gesti semplici, la gratitudine. Ne riporto qualcuno qui di seguito.

1. Ricorda il compleanno dei tuoi clienti

Fatti sentire con una telefonata, una newsletter o un messaggio personale di auguri. Essere ricordati fa piacere.

Ricorda che donare fa bene a se stessi perché rilascia endorfine e fa felice chi riceve il dono perché si sente speciale ed è un modo di agire che fa star bene te e che, nel medio o lungo periodo, ti può far ottenere dei risultati interessanti.

È un gesto di marketing? Lo so, ma significa lavorare nella direzione giusta perché sono queste le cose che, anno dopo anno, consolidano la relazione.

2. Coltiva la capacità di ascolto

La capacità di ascolto è la base di un rapporto empatico. Saper ascoltare significa non solo capire ciò che l’altro sta dicendo con le parole, ma anche riuscire a cogliere ulteriori aspetti, come una sofferenza o un bisogno, che non vengono espressi in maniera diretta.

Ascoltare una persona in modo attivo porta alla creazione di un rapporto di fiducia, di comprensione, favorendo così il formarsi di un legame autentico.

3. Ogni tanto fai un regalo inaspettato

Non servono grandi cose: un buono sconto o qualcosa di tua produzione sono sufficienti per creare affiliazione e farsi ricordare.

Gratitude Marketing: l’importanza degli apprezzamenti

Per comprendere a fondo il concetto utilizziamo di nuovo il rispettivo termine inglese: care.

C: consistent

A: appreciation

R: regurarly

E: every day

Per quanto si possa essere sicuri di sé, fa piacere ricevere dei riconoscimenti per il proprio operato, per i propri progressi, per quell’idea nuova o particolare.

È per questo che gli apprezzamenti sono importanti.

In realtà le persone fanno fatica a fare apprezzamenti e riconoscere i meriti altrui: un po’ per alcune convinzioni errate (come ad esempio “lodare troppo non va bene”) un po’ perché sono concentrate sui loro progressi.

Bisognerebbe invece capire che l’apprezzamento ti permette di entrare in sintonia con l’altro e di creare un ponte comunicativo autentico.

E tu, come ti poni con i tuoi clienti? Cosa ne pensi di questo approccio?

Una cosa è certa: strutturare una strategia lavorativa che possa considerare il marketing della gratitudine è la migliore strada da perseguire per ottenere dei risultati. È un modo di porti che ti dà una prospettiva nuova e, soprattutto, fa percepire il tuo valore ai tuoi clienti.

Se hai bisogno di qualche suggerimento per la tua attività non esitare a contattarmi: sarò felice di aiutarti.

 

Potresti leggere anche:

Ti consiglio un testo:

  • Michael F. Sciortino, Sr., Gratitude Marketing, how you can create clients for life, Advantage Media Group, Charleston, South Carolina (USA) 2015

Articolo scritto nel mese di luglio 2020, rivisto e aggiornato nel mese di febbraio 2024

Creo e gestisco contenuti per blog e siti web e scrivo testi ottimizzati SEO per migliorarne il posizionamento sui motori di ricerca.

Da qualche anno tengo Corsi di Comunicazione e scrittura per il web per scuole e privati.

Ho una laurea magistrale in editoria e giornalismo, amo da sempre leggere e andare in montagna, palestra di vita.

Sara Soliman

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Come far diventare un prodotto virale: i 6 elementi chiave della contagiosità secondo Jonah Berger

Come far diventare un prodotto virale: i 6 elementi chiave della contagiosità secondo Jonah Berger

Se vuoi far conoscere la tua idea, prodotto o servizio, segui i consigli di Jonah Berger e del suo “Contagious”

Quali sono le caratteristiche di un messaggio contagioso?

Quali sono i meccanismi che portano la gente a condividere idee e prodotti e a renderli virali?

Stiamo parlando di Jonah Berger e del suo bestseller Contagious: why things catch on – Contagioso: perché un’idea e un prodotto hanno successo e si diffondono, libro in cui  l’autore prende in esame i sei fattori cruciali che aiutano nella diffusione di informazioni, idee, storia o notizie tra le persone.

E tratta, di conseguenza, come diffondere un messaggio o vendere in prodotto: in pratica come trasformare le idee in prodotti di successo.

Questi fattori sono: valuta sociale, stimoli, valore emotivo, visibilità, valore pratico e storie.

Vediamo insieme questi concetti e come mettere le tue idee in “uno stato di passaparola”.

Jonah Berger. Chi è l’autore di “Contagioso: perché un’idea e un prodotto hanno successo e si diffondono”

Jonah Berger è un professore di marketing alla Wharton School University della Pennsylvania e uno dei maggiori esperti di influenza sociale e marketing virale.

Ha trascorso più di 15 anni a studiare come funziona l’influenza sociale e ad analizzare i meccanismi che si attivano nel momento in cui si condivide una storia, un prodotto, un contenuto, andando all’origine del successo di un’idea. 

È anche autore di molti articoli su riviste accademiche e il suo lavoro appare spesso sul New York Times. 

Berger è inoltre consulente per alcune tra le aziende più importanti del mondo come Google, Nike, Apple e la Gates Foundation. 

È stato riconosciuto come una delle persone più creative negli affari dalla rivista Fast Company e la American Management Association l’ha nominato come uno dei top 30 leader nel mondo del business.

I sei elementi chiave della contagiosità

Nel libro Contagioso, perché un’idea e un prodotto hanno successo e si diffondono, Jonah Berger illustra quanto siano popolari certi prodotti, idee o video e perché invece altri vengono ignorati dal pubblico. È un libro utile ai professionisti nel campo del marketing e a tutti coloro che vogliono diventare esperti su come diffondere un messaggio o vendere un prodotto

 

Elementi chiave della contagiosità

Vediamo quali sono, secondo Berger, gli elementi in grado di rendere contagioso un contenuto, intendendo con esso un’idea, un’informazione, una storia, un prodotto, un video.

Per contagioso si intende qualcosa che si diffonde con facilità, che ha probabilità di trasmettersi tra gli individui grazie al passaparola e all’influenza sociale, che sarà condiviso o imitato.

Nelle sue analisi dei contenuti risultati di successo, Berger ha notato alcuni elementi comuni, che sono:

  1. Valuta sociale
  2. Stimoli
  3. Reazioni emotive
  4. Visibilità
  5. Valore pratico
  6. Storie

Vediamoli uno alla volta.

1. Valuta sociale

Il primo fattore che motiva la condivisione o l’imitazione di un prodotto è la moneta sociale.

Condividiamo ciò che ci fa fare buona impressione sugli altri

Il desiderio di rendere gli altri partecipi dei nostri pensieri, opinione ed esperienze è una delle regioni del grande successo dei social network.

Tuttavia, ciò che una persona dice influisce sull’opinione che gli altri hanno di lui. Quindi le persone commentano cose che lo rendono più interessante agli occhi degli altri, non che lo rendono noioso.

Così, proprio come il denaro viene utilizzato per acquistare prodotti e servizi, la moneta sociale viene utilizzata per ottenere buone impressioni con amici e familiari.

Di conseguenza, per fare in modo che le persone parlino di qualcosa dobbiamo confezionare un messaggio che le aiuti a veicolare l’immagine di sé che vogliamo trasmettere.

Dobbiamo cioè trovare ciò che ci rende particolarmente originali e dare a chi parlerà di noi l’impressione di essere a conoscenza di qualcosa di esclusivo.

Le aziende e le organizzazioni, per far parlare di sé devono coniare la valuta sociale, così che, promuovendo i loro prodotti, le persone fanno bella figura.

Ci sono tre modi per farlo:

  1. Creare qualcosa di unico, sorprendente o nuovo. Pensa a come far risaltare il tuo prodotto o la tua idea sul mercato, individua ciò che ti rende unico rispetto alla concorrenza;
  2. Sfruttare le meccaniche di gioco: usa gli elementi di un gioco per creare qualcosa di divertente, interessante e attrarre il consumatore. In questo modo, manterrai le persone impegnate e vorranno sempre di più. Ad esempio, trasforma qualsiasi cosa in un traguardo da raggiungere;
  3. Far sentire le persone privilegiate: un prodotto esclusivo genera il desiderio di acquisto. Se qualcosa deve essere segreto o limitato, le persone vorranno condividere le informazioni per fare una buona impressione. Ad esempio l’accesso a un catalogo esclusivo riservato ai soci: ciò dà agli utenti del sito l’impressione di far parte di qualcosa di esclusivo e saranno spinti a parlarne positivamente.

2. Stimoli

Per fare in modo che il pubblico parli del nostro prodotto è necessario creare uno stimolo.

In “Contagioso”, Jonah Berger spiega che i trigger (inneschi) sono stimoli che ci fanno parlare del prodotto tramite associazione di idee.

Quando si progettano prodotti e idee che sono collegati alla vita di tutti i giorni, i trigger vengono attivati nella mente delle persone ogni volta che ricordano una situazione relativa al prodotto, come una sorta di gancio.

La ricerca mostra che le idee associate ai trigger possono aumentare la condivisione tra le persone del 15%. Pertanto, più persone parlano di un prodotto, maggiori sono le possibilità di acquistarlo. L’efficacia di un trigger è correlata alla frequenza con cui interagiamo con esso, e questa è determinata dall’ambiente che ci circonda.

In sostanza, se abbiamo qualcosa in mente, ne parleremo.

Chiediti allora come puoi associare il tuo prodotto a situazioni comuni e frequenti in modo che al ripetersi di queste venga in mente il tuo messaggio di comunicazione.

3. Reazioni emotive

Secondo Berger:

“quando teniamo a qualcosa lo condividiamo”

Di conseguenza, il contenuto diventa popolare quando suscita qualche tipo di emozione nelle persone, positiva o negativa.

In “Contagioso” Jonah Berger afferma che qualsiasi tipo di prodotto può motivare le emozioni. 

Invece di insistere sulle funzioni di un prodotto dovremmo concentrarci sulle reazioni emotive che può suscitare. 

Emozioni intense (come eccitazione, rabbia o ansia, meraviglia) scuotono e spingono all’azione, per cui possono far in modo che le persone condividano ciò che desideri.

4. Visibilità

Jonah Berger spiega che la tendenza all’emulazione dell’essere umano comporta che se vediamo qualcuno che usa un determinato prodotto, lo vorremo anche noi.

La visibilità agevola l’emulazione e di conseguenza la probabilità di successo di un prodotto e di un’idea.

Pertanto, per diffondere un’idea o vendere un prodotto è necessario renderlo visibile.

Ci sono due fattori essenziali per rendere pubblico (e visibile) qualcosa:

  1. Il primo è l’annuncio stesso, il prodotto o l’idea che mostra l’uso di questo prodotto da parte di un utente. Ciò include i loghi sulle magliette o messaggio alla fine di un’ e-mail inviata su iPhone ( “Inviato dal mio iPhone“);
  2. Il secondo riguarda i resti che un prodotto o un’idea lascia dietro di sé dopo l’uso o l’acquisto, come ad esempio magliette per la partecipazione ad eventi.

In sostanza, se lavoriamo bene sulla riconoscibilità del nostro prodotto ogni volta che una persona lo utilizza in pubblico ci farà pubblicità. È il primo passo di quello che viene definito “riprova sociale” il meccanismo che ci porta a preferire ciò che viene preferito dalla maggioranza.

5. Valore pratico

Il valore pratico è legato alla condivisione di informazioni in grado di aiutare le persone in una determinata situazione.

Alla gente piace aiutare il prossimo e mostrare interesse per i prodotti che fanno risparmiare tempo, denaro e migliorano la salute, ad esempio. 

Pertanto, quando le persone trovano tali caratteristiche in un’idea o in un prodotto, lo condivideranno innescando il passaparola.

6. Storie

Secondo Berger le persone non solo condividono idee, ma amano raccontare storie (esempio ne sono le recensioni sui siti di prenotazione di vacanze).

Dobbiamo quindi sfruttare la viralità e ancorare il nostro messaggio alla storia che abbiamo scelto di collegare al nostro prodotto, in modo che questa non possa essere raccontata senza che venga veicolato anche il messaggio.

“Ed è propriio questo il bello delle storie: le informazioni si trasmettono con quelle che a prima vista sembrano semplici chiacchere”

Interessante notare, in questo ambito, come si possa sfruttare la tecnica di narrazione dello storytelling.

Consigli pratici

Sono questi i 6 elementi chiave della contagiosità. 

In sostanza i prodotti e le idee devono:

  • poter fungere da valuta sociale,
  • rispondere agli stimoli dell’ambiente circostante,
  • saper suscitare reazioni emotive,
  • avere visibilità pubblica e valore pratico,
  • essere inserite in storie più ampie.

Per far questo:

  • Crea un prodotto che faccia buona impressione su chi lo utilizza;
  • Crea un servizio che sia utile ad aiutare gli altri;
  • Crea un prodotto che trasmetta un’emozione alle persone;
  • Fai in modo di mantenere i tuoi prodotti o idee nella mente del consumatore;
  • Trasmetti i tuoi messaggi attraverso storie che suscitano interesse a aiutano l’immedesimazione.

Con lo storytelling l’azienda smette di essere la protagonista del racconto e rende protagonista chi lo percorre.

È la potenza e il successo dello storytelling.

Che ne pensi?

Se vuoi lasciami un messaggio nel box qui sotto.

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Copywriting emozionale: la metafora dell’iceberg e il desiderio di acquisto

Copywriting emozionale: la metafora dell’iceberg e il desiderio di acquisto

Molto utilizzato nelle pagine di vendita, il copywriting emozionale ti permette di entrare in sintonia con il tuo lettore

Il copywriting emozionale è un copywriting che, come il termine stesso suggerisce, fa leva sulle emozioni del lettore. 

Per alcuni versi può essere definito anche copywriting empatico, in quanto permette al copywriter di entrare in empatia con chi legge facendo leva su emozioni come la paura, il successo o il desiderio di migliorare una situazione.

In questo articolo vediamo insieme quali sono le caratteristiche del copywriting emozionale e come utilizzarlo, in modo etico e senza manipolazioni, per una comunicazione efficace.

I bisogni che guidano i nostri comportamenti

Il copywriting emozionale è molto utile quando si deve vendere un prodotto in quanto in genere le persone, quando devono acquistare un prodotto o un servizio agiscono facendosi guidare dalle emozioni.

È raro che un acquisto avvenga su base razionale, spesso ci lasciamo condizionare da stimoli e sensazioni.

L’aspetto emotivo è dunque centrale in ogni decisione d’acquisto.

Il modello dell’iceberg

Come vedi dal modello dell’iceberg qui sotto, dietro a un comportamento c’è sempre di più di quanto vediamo.

Modello dell'iceberg

La metafora dell’iceberg trae le sue origini dal piccolo libro di Hemingway ”Il principio dell’Iceberg” ed è un’immagine che è stata applicata a diversi ambiti, da letterario e a quello delle risorse umane.

È nota però soprattutto per l’uso che se ne fa in psicologia: per spiegare cioè la struttura della nostra mente.

Il Modello Iceberg descrive come i nostri comportamenti, ossia la parte di noi più visibile, siano in realtà la punta di un processo molto più complesso che ha inizio nella soddisfazione o meno dei nostri bisogni di base.

Quindi il nostro agire, osservabile dagli altri, nasconde, subito sotto il livello dell’acqua i “pensieri ed emozioni” che muovono le nostre azioni.

Scendendo al di sotto dei pensieri e delle emozioni troviamo i nostri “valori” e le nostre “priorità” che influiscono pensieri ed emozioni. Sotto a questi, ossia alla base di tutto: i “bisogni” soddisfatti o insoddisfatti.

Sono i bisogni a creare i filtri con i quali coloriamo il nostro modo di vedere e leggere noi stessi, il mondo e gli eventi che ci capitano.

Sono i nostri bisogni a creare i valori che a loro volta danno origine al modo in cui pensiamo e proviamo emozioni, le quali a loro volta generano i comportamenti. E questo vale anche per gli acquisti.

Per scrivere in modo efficace quindi non devi solo saper scrivere bene, ma devi per prima cosa intercettare e analizzare tutti quei fattori che influenzano un comportamento.

Come utilizzare il copywriting emozionale

In che modo possiamo utilizzare il copywritng emozionale nella comunicazione? Vediamo insieme qualche consiglio pratico.

1. Analizza il tuo target e individua emozioni positive e negative

Il primo e importante aspetto per utilizzare un copywriting emozionale, è comprendere chi è il tuo target, operazione che deve sempre essere fatta in una strategia di creazione di contenuti.

Analizzando il tuo target potrai capire quali sono le paure comuni, cosa preoccupa il tuo lettore (emozioni negative) e quali i suoi desideri e bisogni (emozioni positive).

Fai visualizzare l’esperienza del tuo prodotto o servizio al lettore e spiega in cosa il tuo prodotto funziona o è migliore rispetto ad altri, in modo da farlo diventare una soluzione desiderabile.

Quando analizzi il tuo target di riferimento, nella creazione della tua buyer persona inserisci tutti quegli elementi capaci di emozionare il tuo potenziale cliente e fargli capire che il tuo prodotto o servizio è proprio quello che stava cercando.

Copywriting Emozionale

2. Scrivi in modo chiaro, diretto e preciso

Se il tuo intento è quello di emozionare chi legge, usare paroloni, metafore, allusioni e termini troppo difficili, non è per niente una buona strategia.

Comunica informazioni precise e concrete sul tuo prodotto. Se possibile utilizza tabelle e dati verificabili: questo ti aiuterà a essere credibile e a ottenere la fiducia del lettore.

Inoltre, per creare empatia, fai immediatamente capire a chi legge che comprendi in pieno il suo stato d’animo.

3. Usa le parole giuste

Utilizzare un gergo comune al tuo target è la chiave per entrare in empatia con chi legge.

Il motivo è semplice: immagina di vendere un prodotto a un target principalmente giovane. In questo caso utilizzare un gergo troppo professionale potrebbe creare un vero e proprio muro tra te e il tuo lettore: usa parole semplice e diffuse in quella fascia d’età.

Inoltre, ricorda che uno tra i fattori che influenza le scelte delle persone è sicuramente il senso di appartenenza.

Tutti noi abbiamo bisogno di sentirci parte di un gruppo.

Oggi soprattutto online, le persone chiedono ai brand qualcosa che va oltre il prodotto. Acquistando i prodotti o i servizi vogliono sempre più entrare a far parte di una community formata da persone con cui possono scambiarsi opinioni, consigli e condividere le emozioni che provano grazie al prodotto o servizio.

Un esempio di brand che utilizza delle parole ad alta carica emotiva è Nike, che chiama i suoi clienti atleti. Come puoi immaginare, sentirsi chiamare così da Nike, brand che realizza articoli sportivi per campioni di varie discipline, infonde emozioni molto positive nel lettore e infonde un senso di appartenenza.

4. Fornisci una soluzione concreta per le emozioni negative

Non tutti i prodotti servono per migliorare e rendere più appagante la vita alle persone, alcuni prodotti o servizi servono per risolvere dei problemi più o meno gravi.

Nel copywriting emozionale, dopo essere entrato in empatia con il tuo lettore, devi anche essere in grado di offrirgli una soluzione reale e concreta.

Ti faccio un esempio. Come copywriter mi occupo da qualche anno di creare contenuti per un blog collegato a un e-shop di prodotti per l’ufficio.

Se voglio risolvere il problema di chi, dopo aver passato un’intera giornata alla scrivania soffre di mal di schiena, devo proporre dei prodotti ergonomici e spiegare quali sono gli aspetti a cui far attenzione per mantenere una posizione corretta alla scrivania.

Devo dimostrargli cioè che ho capito quale è il suo problema e offrirgli un soluzione concreta.

Parole efficaci nel copywriting emozionale

Il copywriting emozionale utilizza una terminologia precisa. Ci sono infatti alcune parole che, molto più di altre, possono suscitare delle emozioni nel tuo pubblico.

Un termine che ti suggerisco di usare è capisco, che ha una valenza enorme in quanto ti permette di entrare in empatia con il tuo lettore, facendogli capire che sai bene ciò che prova. Puoi scrivere allora: Capisco come ti senti, Capisco che per te è un problema.

Poi, parole come tu, gratis, perché e subito sono considerate le migliori parole per vendere e convertire, soprattutto se inserite in una call to action o nell’oggetto della newsletter.

L’efficacia del tu è ormai consolidata (o del nome proprio se si tratta di una newsletter): esprime fiducia e fa sentire coinvolti, quasi come si stesse parlando ad un amico.

Il successo della parola gratis (o gratuito) deriva dal fatto che ognuno di noi ama ricevere qualcosa in regalo (anche quando non ne abbiamo bisogno).

La parola perché è utile all’utente che è alla ricerca di una giustificazione della sua azione. Vuole cioè capire il motivo per cui dovrebbe fare ciò che consigli.

Immediatamente (o subito) è una parola che attiva una parte del nostro cervello e lo spinge a un’azione. È utile in un contesto in cui proponiamo un beneficio o un’offerta a scadenza dove vi è il rischio di perdere l’opportunità..

Copywriting: emozioni più razionalità 

Per descrivere auto e moto spesso si usa un copywriting che fa leva su queste due emozioni: emozioni e razionalità.

Guarda ad esempio la Landing Page di vendita della Mini: i produttori sanno bene che le caratteristiche differenzianti dei loro prodotti sono anche emozionali e che la Mini viene acquistata anche perché fa sentire la persona in un modo particolare: giovane, avventurosa, di buon gusto, diversa da tutti gli altri.

copywriting emozionale

Questo per dirti che la combinazione di elementi emotivi e razionali ti aiuta a scrivere una pagina web completa, che tocca il cuore e la mente delle persone.

Ora tocca a te: per scrivere pagine che tocchino sia la parte razionale che quella emotiva del tuo lettore, ricerca quali sono le emozioni che provano e quali sono le trasformazioni che vogliono raggiungere o i problemi che vogliono risolvere.

Lasciati coinvolgere e scrivi in modo empatico.

Se hai bisogno di qualche consiglio contattami pure, oppure scrivi un commento nel box qui sotto.

Per approfondire puoi leggere:

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Servizio di Editing

Revisione del testo scritto

Se hai un blog o scrivi da te gli articoli del tuo blog aziendale posso darti supporto nella fase della revisione con il servizio di editing.

Se hai articoli di cui vuoi verificare l’impostazione, se vuoi mettere a punto un calendario editoriale o sei alla ricerca di consulenza per i testi del tuoi sito web posso aiutarti, contattami!

Possiamo anche accordarci per sentirci online, via Skype.

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Marketing Immobiliare: come consolidare la propria immagine sul web

Marketing Immobiliare: come consolidare la propria immagine sul web

Con il marketing immobiliare un’agenzia riesce a presentarsi e ampliarsi sul proprio mercato di riferimento.
In un contesto sempre più complesso trovare il giusto compromesso tra aspetto comunicativo e interazione con i social diventa la sfida da affrontare.

Nella gestione di un’agenzia immobiliare la comunicazione e il marketing sono indispensabili per trovare un punto di contatto con il pubblico di riferimento e farsi conoscere sul proprio territorio.

Professionalità, interazione con le persone e tanta tanta fantasia sono il mix vincente attraverso il quale l’agente immobiliare 4.0 si crea il proprio spazio.

Per un agente riuscire a rimanere collegato alla realtà economica, ma anche sociale della città in cui sviluppa l’attività, serve per tre motivi:

  1. Costruire legami e interagire con la popolazione
  2. Crescere dal lato professionale e personale
  3. Trovare unità immobiliari da vendere

In aiuto a questi aspetti ci sono altri ambiti da considerare, con l’obiettivo di completare e completarsi come figura professionale in costante aggiornamento.

Vediamo alcuni argomenti.

Digital marketing per il settore immobiliare

Oggi il mercato immobiliare è supportato da reti di professionisti che si aggiornano in base alle leggi in materia di vendita, locazione e acquisto degli immobili e studiano anche come rapportarsi con il marketing digitale.

L’approccio con i clienti si è mantenuto di alta specializzazione e l’aspetto digitale è entrato nel modus operandi del professionista immobiliare che intende ampliare modi e metodi di comunicazione.

La proposta dei servizi di intermediazione ai consumatori, pertanto, passa anche dal digital marketing.

Questo perché sul mercato online si rivolge la gran parte degli acquirenti che cercano la casa dei propri sogni.

Mentre per quanto riguarda gli investitori del mercato immobiliare, l’82% di loro si fida degli agenti trovati su Internet.

La Rete rimane dunque il luogo di riferimento, dove il 42% degli utenti effettua le ricerche (fonte ninjamarketing.it).

Un mercato, quello immobiliare, che registra una crescita di vendite del 15% nel secondo trimestre 2020 (fonte fiaip.it).

Digital marketing: sito web con Blog

Tenendo presente l’approccio relazionale che l’agente trasmette e coltiva nelle fasi della trattativa commerciale, il focus si sposta sulla parte digitale.

Il sito web di un’agenzia non è solo il biglietto da visita virtuale ma incorpora anche l’aspetto comunicativo.

Con la gestione e la presenza del Blog nel sito dell’agenzia si attua quella fase di coinvolgimento tanto utile per intercettare il pubblico di riferimento.

La redazione di articoli e di contenuti, che siano utili a soddisfare le domande delle persone interessate al mercato immobiliare, è un passaggio cruciale per iniziare un primo approccio.

“Content is king” (il contenuto è sovrano) è il mantra di tutti coloro che decidono di posizionarsi sulle prime pagine dei motori di ricerca.

Con una pianificazione redazionale, che richiede l’analisi del pubblico di riferimento, del tipo di contenuti da condividere e dei canali social da usare, è possibile raggiungere la visibilità necessaria.

Il Blog come medium per ottenere visibilità

Per comparire nella prima pagina di Google è necessario non solo scrivere articoli sul settore di competenza ma scriverli in un certo modo:

  1. Contenuti utili per risolvere il problema del lettore
  2. Linguaggio semplice e diretto (senza giri di parole)
  3. Testi di una certa lunghezza e con foto di qualità
  4. Contenuti ottimizzati graficamente per la lettura su smartphone

Il primo punto è importante: il lettore deve trovare il contenuto davvero prezioso e risolutivo per il problema che, magari, lo assilla in quel momento.

Solo così si comincia a creare un certo seguito e le visualizzazioni sul sito iniziano ad aumentare.

Il passo successivo è quello di incoraggiare una conversazione online per coinvolgere, capire gli interessi e le preoccupazioni del proprio pubblico.

Il Marketing Digitale applicato al settore Immobiliare: tre punti su cui riflettere e agire

Tecniche di digital marketing per vendere

La presenza online nel settore immobiliare richiede di concentrarsi su 3 punti fondamentali:

  1. Diffondere il proprio marchio
  2. Coinvolgere e ottenere la fiducia del lettore
  3. Proporre i servizi dell’agenzia

Certo, questi sono obiettivi che ogni agente immobiliare intende raggiungere, e per questo richiedono una serie di azioni mirate.

Stiamo parlando di:

  • Immagine online dell’agenzia e del professionista
  • Inbound marketing con testi di approfondimento
  • Social Media Maketing con l’uso dei canali social

Quanto conta crearsi l’immagine online?

Con l’ideazione del sito web si stabilisce il primo contatto visivo e testuale della tua agenzia.

Pertanto il sito deve essere facile da consultare (leggi user experience), generare un senso di fiducia ed essere funzionale.

Da uno studio della National Association of Relators (società di intermediazione statunitense) il 44% degli acquirenti trova la casa dei propri sogni con la ricerca online.

Inoltre, è da tenere ben presente il fatto che ogni sito web può essere monitorato per conoscere quali sono le pagine/articoli più visitati e decidere su quali argomenti concentrare l’attenzione.

Con il collegamento agli strumenti di analisi come Google Analytics, Piwik, Matomo, Chartbeat o altri si riesce a determinare l’efficacia degli interventi sul sito.

Tutto questo non si può sapere, per esempio, con i cartelloni pubblicitari, i volantini o la radio. È difficile conoscere quante persone hanno visto, letto o sentito un annuncio.

L’immagine online definisce quindi l’agenzia dove la differenza è data dalla pubblicazione di “contenuti giusti nel posto giusto e al momento giusto”.

In questo caso parliamo di Inbound marketing.

Cos’è l’Inbound marketing per l’agenzia immobiliare

Dopo la creazione di contenuti specifici e di valore (sul Blog) per il lettore dell’agenzia immobiliare il passo successivo è quello di coivolgere il pubblico con promozioni su consulenze e servizi o con degli e-book scaricabili gratuitamente.

Per ottenere seguito si deve concedere al proprio pubblico qualcosa in cambio.

Leggi anche: Inbound marketing da visitatore a cliente

Nell’era digitale la maggior parte delle persone si affida ai motori di ricerca per ottenere informazioni.

Circa il 44% di chi cerca una casa controlla prima su Internet se ci sono abitazioni che possono essere adatte alla proprie esigenze.

Poi prende contatto con l’agenzia, via email o telefono, per un appuntamento e verificare dal vivo le condizioni della casa.

Per questo motivo risulta fondamentale essere presenti online e soddisfare in pieno le esigenze dei lettori attirando la loro attenzione con due concetti:

  • contenuto
  • contesto

Il “contenuto” degli articoli o delle pagine del sito web è scritto per il lettore di riferimento, ottimizzato in ottica SEO (cioè con una struttura grafica del testo e termini appropriati) e inserito nei canali comunicativi (social network) propri di quel “contesto”.

Leggi anche: Per farti trovare dai tuoi potenziali clienti devi conoscere il tuo target di riferimento: le Buyer Personas

Un sito di esempio è l’ idealista.it.

I social netwok: come sfruttarli al meglio

I canali social sono delle piattaforme ideali per entrare in contatto, coivolgere e promuovere l’attività di un’agenzia immobiliare.

Con una piattaforma social si possono pubblicare contenuti con immagini, video e storie che possono richiamare l’attenzione del pubblico alla ricerca di una casa.

Il 77% degli agenti immobiliari utilizza i canali social per proporre gli immobili.

Con il video marketing si sta sviluppando un approccio più immersivo da parte del potenziale cliente che, vedendo una proprietà tramite un contenuto visivo, trova risposte immediate a eventuali dubbi.

I video sono una chiave convincente per coloro che sono in fase di valutazione dell’immobile.

Il coivolgimento del pubblico, in questo modo, risulta diretto e la partecipazione in tempo reale dell’utente è un efficace prova della professionalità dell’agente immobiliare.

Insomma c’è una fruibilità informativa diversa dal contenuto testuale.

Pertanto l’ideale è concentrarsi su almeno due social network e sviluppare un piano di pubblicazione di post o brevi video (ricordiamo che immagini e video hanno un alto gradimento).

I social media sono perfetti, inoltre, per fare pubblicità ad un pubblico segmentato, rispondere a commenti e messaggi, creare una community.

Conclusioni

Il digitale offre opportunità che prima rientravano nella pubblicità tradizionale e che nel web risultano amplificate.

Se si considera che gli acquirenti di case chiamano gli agenti immobiliari in misura inferiore rispetto ad anni fa per chiedere informazioni, ritorna indispensabile amplificare la presenza online dell’agenzia.

I Millenial e la Gen Z navigano e cercano informazioni online, tra siti web e social (dal rapporto del National Association of Relators il 99% dei Millenials e il 90% dei Boomers utilizzano siti web per la ricerca).

Ecco perché sviluppare un’adeguata presenza sulla Rete e interagire con il proprio pubblico di riferimento è l’azione indispensabile per iniziare a diffondere la propria immagine e brand.

Condividere contenuti utili (testi, immagini e video con tour virtuali), creare offerte e ebook gratuiti su argomenti immobiliari in cambio di un indirizzo email e guardare come si comporta la concorrenza sono i consigli per ampliare le probabilità di ottenere dei contatti interessati alla tua attività (lead).

Ma soprattutto è fondamentale imparare a raccontare e raccontarsi.

L’utilizzo dello storytellling emotivo si scopre vincente nel momento in cui l’agente immobiliare si mette in prima persona e, con la parola, accende quell’interesse che, col tempo, si trasforma in fiducia.

Se il tuo futuro professionale è nel campo immobiliare spero che questi consigli ti siano utili per ampliare la tua visione delle cose in una società sempre più complessa.

 

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Articolo revisionato in data 1 novembre 2022

Mi piace muovermi tra comunicazione, tecnica e relazione.

Ogni contenuto richiede un suo modo per essere divulgato.

Per questo mi ritrovo nei testi e tra le righe dei codici.

 

Nicola Albi

Consulente Marketing

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