Essere creativi è una scelta: due libri per scoprire e riattivare la propria creatività
La creatività è sempre più il centro della crescita personale e professionale e contribuisce a fare di noi delle persone felici e realizzate.
A questo proposito ho da poco finito di rileggere due libri interessanti.
Il primo è un libro di Seth Godin: La pratica. L’attività creativa è una scelta quotidiana.
Il secondo è dell’antropologo Brian Solis: De-Crescere bene. Come rendere la tua vita più creativa, produttiva e felice.
Sono due libri molto diversi fra loro ma entrambi insistono su un atteggiamento fondamentale: eliminare dalla nostra vita ciò che non ci appartiene e ciò che ci distrae in modo continuo – con una grande opera di forza e coraggio – per arrivare al fulcro di ciò che siamo e dare libero sfogo al pensiero creativo e alla sua originalità.
L’insegnamento è quello di risvegliarci dal torpore della staticità e avere coraggio di mettersi in gioco grazie alla creatività.
La buona notizia è che la creatività non è prerogativa di persone geniali o particolarmente dotate: la creatività è una pratica giornaliera che possiamo iniziare a fare nostra da subito.
Perché, come consiglia Seth Godin:
“Vale la pena produrre lavori di cui essere orgogliosi, anche se non saranno necessariamente tutti un successo.”
Tutti i vantaggi della creatività
Inseguire l’obiettivo di vivere e lavorare con creatività porta una serie di benefici. Vediamoli insieme.
La creatività:
- È una sfida che attiva la mente, stimola il pensiero critico.
- Ci permette di apprendere con maggiore facilità, di risolvere problemi e di cogliere opportunità.
- Migliora la qualità del lavoro e aumenta la produttività, ma contribuisce anche a farti sentire una persona più sicura di te e più competente.
- Ci predispone all’empatia e crea connessioni profonde con noi stessi e con gli altri.
- Apre mente e cuore e ci permette di sfruttare risorse che neppure sapevamo di avere.
- Stimola la riflessione e ci spinge ad abbandonare il consumo distratto degli stimoli (sms, tweet, notifiche) provenienti dall’esterno e a concentrarci su ciò che noi stiamo facendo.
- Riduce ansia e stress.
- Mantiene la mente attiva e ciò può rallentare il processo di invecchiamento (secondo recenti studi del Dr.Gene Cohen della George Washington University). Cohen ha scoperto, inoltre, che gli anziani disposti a mettersi alla prova dal punto di vista creativo si mantengono più in salute, sono meno depressi e meno soggetti a infortuni.
Senza l’attività creativa saremmo fermi nella nostra “zona di confort”, dove manca l’innovazione e la vitalità.
La creatività ci spinge invece a correre rischi che possono aprirci nuove porte e che sono espressione del nostro io più profondo.
Crescendo, molti di noi maturano una sorta di timore verso la propria creatività: perché?
Crescendo, molti di noi maturano una sorte di timore riguardo la propria creatività.
Temiamo il giudizio della società e finiamo col reprimere il nostro guizzo creativo, soffocando così una parte fondamentale del nostro essere.
Reprimere i nostri istinti creativi è una strategia spiacevole e inutile, oltre a un’abitudine che può arrivare a danneggiarci senza che ce ne rendiamo conto. La creatività inutilizzata si trasforma in sofferenza, rabbia, giudizio, dolore e vergogna: non riconoscere o non esprimere il nostro lato creativo può generare depressione, insicurezza, stress e ansia.
Scuola, lavoro e creatività
Purtroppo la società attuale tende spesso a reprimere la creatività. Ci viene esplicitamente detto come dovrebbero essere le nostre vite.
Da piccolini impariamo dai nostri genitori cosa è giusto o sbagliato e poi, una volta inseriti nel sistema scolastico, purtroppo perdiamo molte delle nostre innate capacità creative.
Nella maggior parte delle scuole si esaltano competenze di tipo logico o analitico mentre ci dimentichiamo delle abilità creative, quasi non fossero doni adatti al nostro sistema e, sopratutto, non utili per guadagnarsi da vivere. Peccato!
È allora fondamentale alimentare l’immaginazione e la creatività nei ragazzi, nei giovani e negli adulti, proprio per non privare il mondo di quel valore.
In questi periodi di grandi sconvolgimenti lavorativi, la creatività, che è il motore dell’innovazione, è una componente indispensabile.
Kennet Robinson, educatore e scrittore britannico famoso per i suoi TED, afferma che:
“Molti individui talentuosi, brillanti e creativi non sanno di esserlo perché, a scuola, le attività in cui ottenevano risultati migliori non venivano valorizzate o, peggio, venivano disapprovate.”
È su questo pensiero che si fonda la presentazione di Alike, il noto cortometraggio del 2016 che ha ottenuto applausi anche dalla critica.
In soli sette minuti il corto ci commuove e ci fa riflettere su cosa realmente accade quando accantoniamo l’immaginazione a favore della concretezza, mettendo da parte la creatività e i nostri talenti.
Proprio come succede al padre in questo corto (che, se non hai già visto, ti consiglio di guardare), il nostro artista interiore, pieno di speranza, è dentro di noi anche quando siamo adulti, e attende di uscire fuori.
Prova a pensare come sarebbe il mondo se permettessimo ai nostri figli (e a noi stessi) di seguire gli insegnamenti di questo film.
Nel testo di Brian Solis ho sottolineato alcuni riferimenti che trovo possano essere di riflessione e ispirazione.
Secondo i fratelli David e Tom Kelley (Tom Kelley è il fondatore dell’Institute of Design of Standford e con il fratello ha scritto il best-seller “Creative Confidence: Unleashing the Creative Potential Within Us All”) le aziende danno troppo spesso per scontato che creatività e innovazione siano appannaggio degli individui creativi.
Si è scoperto invece che la creatività non è un dono raro di cui godono pochi fortunati, ma una componente fondamentale del pensiero e del comportamento umano.
In molti di noi è bloccata ma fortunatamente è possibile sbloccarla e ciò può avere implicazioni di ampia portata sulla nostra vita, personale e lavorativa.
David Kelley ha approfondito il tema anche durante un TED Talk (Technology Entertainment Design è una serie di conferenze gestite dall’organizzazione privata non-profit statunitense Sapling Foundation) con un invito a non dividere il mondo in creativi e non creativi:
“Non dividete il mondo in creativi e non creativi, come se la creatività fosse un dono divino.Per acquisire la propria natura creativa, le persone dovrebbero lasciar fluire le proprie idee…solo così potranno ottenere ciò che si erano prefissate e raggiungere una stato di fiducia creativa.”
Essere creativi è una scelta
Ognuno di noi ha doni creativi e unici da offrire, e ognuno di noi dovrebbe aver fiducia nella propria unicità.
Ricorda che un lavoro tecnico sarà facilmente rimpiazzabile dalla tecnologia, mentre un lavoro che richieda immaginazione, pensiero creativo, capacità di analisi e ragionamento è più difficile da automatizzare.
Anche se pensi di essere una persona non particolarmente creativa sappi che la creatività è un’abilità che è possibile apprendere.
Tutti noi possiamo migliorarci come individui, crescere e sviluppare competenze mentali, fisiche ed emotive per elaborare un pensiero personali e fuori dal coro.
Ma come fare per riaccendere quello spirito creativo sopito?
Riaccendere la creatività
Nel libro “De-Crescere bene. Come rendere la tua vita più creativa, produttiva e felice” Brian Solis – antropologo digitale e speaker di fama internazionale – suggerisce un percorso per risvegliare la propria creatività.
È un percorso che ci permette prima di tutto di trovare il nostro equilibrio, riappropriarci del nostro tempo e dunque il controllo della propria vita.
Siamo tutti troppo impegnati e troppo multitasking: ma vivere attaccati allo smartphone ci procura gioia? Seguire la vita degli altri è più importante che vivere la nostra? Leggere l’ultima e-mail nel momento stesso in cui arriva è proprio così importante?
Anziché cedere al richiamo di notifiche, like, app e social – da cui, soprattutto nei momenti di noia, è difficile staccarsi – possiamo imparare a gestire meglio il nostro tempo e ritrovare l’ispirazione che ci serve, senza per questo rinunciare agli innegabili vantaggi offerti dal web.
Solis unisce pensiero scientifico a consigli pratici offrendo strumenti semplici e utili per:
- Identificare le principali fonti di distrazione e spostare l’attenzione su attività creative e produttive;
- Riconoscere e contrastare le strategie di manipolazione che portano alla dipendenza digitale;
- Trovare motivazioni e scopo di impiegare il tempo in modo più significativo e smettere di rimandare;
- Interrompere le cattive abitudini e mettere in pratica la routine necessaria per raggiungere gli obiettivi;
- Massimizzare la produttività con strategie semplici ma efficaci;
- Mantenere la concentrazione per lunghi periodi;
- Sorridere di più e aumentare l’autostima.
Il percorso, che lo stesso Solis ha sperimentato nella propria vita, propone una de-crescita, che significa liberarsi dalle tante distrazioni (e un po’ tornare allo stato d’animo del bambino che c’è in noi) e prevede varie fasi.
Dalla presa di coscienza del nostro stato al riposizionarsi e riequilibrarsi fino alla definizione dei pilastri fondamentali (ciò che ha valore per noi) e allo sblocco dell’energia per raggiungere i nostri obiettivi.
La decrescita è uno sforzo di esplorazione del nostro io e un patto con noi stessi per arrivare a vedere, apprendere e mettere in pratica ciò che ci permette di vivere meglio.
Scrive Brian Solis:
“La decrescita è un modo di gestire la propria vita nel momento stesso in cui scorre, con l’intento di ritrovare la nostra creatività repressa.
È un viaggio alla scoperta di sé, un viaggio di comprensione e risveglio. Più ami ciò che è dentro di te e più le persone che ti circondano ameranno ciò che esprimi. Più sai e più potrai trasformarti nella persona che aspiri a diventare.”
Ho amato questo libro dalla prima all’ultima pagina e, oltre a trovare aspetti interessanti da approfondire, mi ha aiutato a capire che sono sulla strada giusta quando scelgo di esprimere ciò che sono e che amo anche nel mio lavoro.
Ho capito che riservarsi del tempo da dedicare a ciò che fa stare bene non può che giovare, che staccare il telefono (o lasciarlo a casa) mentre mi occupo di altro è liberatorio e che non essere schiava delle notifiche o delle storie di Instagram è un gran beneficio.
Liberiamoci da tutto ciò che è fuori da noi e diventeremo persone migliori, creative e felici!
L’attività creativa è una pratica quotidiana
Anche Seth Godin ci invita a fidarci del nostro io, nonostante il sistema ci faccia sentire impotenti o inadatti o “non dotati dei giusti talenti”.
Quell’io che dobbiamo però avere coscienza che esista, quell’io un po’ sopìto che ha bisogno di coraggio per emergere.
Scrive:
Ma siete già all’altezza.
Avete già abbastanza forza.
Avete già capito abbastanza.
Cominciate dal punto in cui siete.
Identificate lo schema e prendetelo a cuore così tanto da fare qualcosa a riguardo.
Seth Godin, nel raggiungimento del nostro obiettivo, focalizza la creatività nella fiducia in sé e nella pratica quotidiana.
Essere creativi è creare ogni giorno, per noi copywriter è scrivere ogni giorno, è impegnarsi a farlo anche se non abbiamo ispirazione.
L’identità alimenta l’azione e l’azione genera abitudini e le abitudini sono parte di una pratica e una pratica è la migliore maniera per arrivare dove aspirate andare.
Il processo è il cuore della pratica, l’accento è sul come e non sul risultato.
Ma le idee migliori nascono quando siamo attenti e vigili, non addormentati o assorbiti (l’autore usa la parola intorpiditi) da ciò che non ci appartiene.
Con La pratica Seth Godin ci offre una guida per vincere i blocchi che ci impediscono di far sentire la nostra voce e condividere le nostre idee.
Perché il processo creativo è appannaggio di ognuno di noi, non è magia e non è riservato alle mente geniali.
E ci lancia un appello a non perdere la fiducia e l’entusiasmo nella scelta quotidiana di esercitare la creatività.
Perché se il lavoro creativo non offre garanzie riguardo al risultato, non significa che non valga la pena di svolgerlo. Anzi, in fondo è proprio questo che lo rende così stimolante.
E concentriamoci sul processo, che è il cuore della pratica, non ai risultati, che arriveranno.
Quando leggo ho l’abitudine tenere una matita a portata di mano per sottolineare e segnare ciò che più mi colpisce. Anche in questo caso ho scarabocchiato il libro in diverse occasioni.
A pag. 129 uno dei concetti più importanti è quello di saper ascoltare.
Per poter realizzare il processo creativo è necessario ascoltare con molta attenzione sogni, desideri e bisogni, nostri e dei nostri clienti.
Due libri molto diversi ma con un messaggio univoco: riappropriarsi del nostro io più profondo e lasciare fluire la propria creatività con coraggio.
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Articolo scritto nel mese di aprile 2021, rivisto e aggiornato a luglio 2024
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