Sacrificare la nostra libertà personale e testare la nostra capacità di adattamento sono state alcune delle conseguenze del periodo di quarantena impostoci per combattare la diffusione della pandemia da Coronavirus.
La situazione attuale sta modificando il nostro stile di vita, ma anche quello di istituzioni e di aziende: in una parola, della società.
Stiamo sperimentando, nostro malgrado, la nostra capacità di adattamento e, in sintesi, di evoluzione.
Abbiamo visto che i servizi non sono scontati, che il congestionamento degli ospedali è un grosso problema, abbiamo provato smarrimento e paura.
È cambiata la scansione del tempo (ci siamo accorti di averne molto) ma anche lo sguardo sul prossimo. Talvolta con degli eccessi.
Il coronavirus è forse il più grande evento traumatico della mia generazione, che non ha visto guerre (sono nata nel 1973).
Qualche economista ha detto che ogni generazione vive un evento traumatico, quali guerra o terrorismo: tutto sommato poteva andarci anche peggio.
Reazioni e adattamento: resilenza o resistenza
In questi momenti alcuni reagiscono, altri attendono, talvolta confondendo resilienza con resistenza, o inerzia con adattamento.
Quello che stiamo vivendo in questi giorni prima o poi terminerà, ma già sappiamo che non sarà più tutto come prima: stiamo subendo un vero e proprio terremoto, pari a quelli che hanno costretto precedenti sistemi sociali a modificarsi.
Il pericolo del contagio ci sta costringendo a rivedere le nostre abitudini e a mettere in evidenza alcune possibilità che già avevamo ma che non abbiamo, forse, preso in considerazione, come lo Smart Working.
Su questo aspetto abbiamo dimostrato di essere creature adattabili ma non fragili, coriacee.
Non voglio pensare che tutto tornerà come prima, che noi torneremo come prima. Mi piace pensare che tutti abbiamo imparato qualcosa di importante.
Certo, se ci siamo guardati dentro abbastanza.
Personalmente ho imparato a fidarmi, a fermarmi e ad arretrare, a trovare un baricentro domestico più intimo e più tranquillo.
Ho imparato a farmi andar bene anche quei crakers o quei biscotti che non sono solita comperare, ma che erano gli unici disponibili nel negozio vicino a casa.
Ho imparato che ordinare una libreria vuol dire ordinare anche i pensieri, ho imparato che dedicarsi al giardino senza orari può essere piacevole e sicuramente rilassante.
Lo so, sono tra i fortunati che in questo mese hanno avuto la possibilità di stare all’aperto nel mio giardino isolato, di prendere il sole e di giocare con il mio cane.
Ma timori e interrogativi hanno scandito anche le mie giornate, proprio come l’appuntamento con il triste bollettino delle 18.00.
Da alcuni criticato è stato per molti di noi l’unico punto fermo per l’aggiornamento sui dati del contagio.
Ho letto meno di quello che avrei voluto, in compenso ho scelto delle letture molto interessanti, come il libro di cui voglio parlarvi oggi: La forza della Resilienza di Rick Hanson con Forrest Hanson, Giunti Editore, 2018.
Un libro che per me è una rivelazione. Un manuale che, tra psicologia e consigli utili, può davvero aiutarci a raggiungere quello stato di benessere psico-fisico che ci permetterà di affrontare le sfide della vita con coraggio e consapevolezza.
Sì, perché ho capito che in questi momenti, dove abbiamo scoperto l’importanza della solidarietà, dell’aiuto reciproco e dell’autodisciplina la capacità di essere resilienti gioca un ruolo rilevante.
La Forza della Resilienza di Rick Hanson: un grande insegnamento
Rick Hanson è uno psicologo e scrittore statunitense che si occupa di neuroscienza e psicologia positiva.
Fondatore del Wellspring Institute for Neuroscience and Completative Wisdom (California), è stato relatore alla NASA, a Oxford, Stanford e Harvard.
La capacità di adattamento in un mondo che cambia di continuo non è cosa semplice, ma la bella notizia è che possiamo allenarci a diventare esseri umani dotati di questa grande dote che nasce da forze interne quali la grinta, la gratitudine e la compassione.
La psicologia insegna che il nostro modo di rapportarci alla vita dipende da tre fattori:
- come gestiamo le sfide;
- come proteggiamo le nostre vulnerabilità;
- come potenziamo le nostre risorse interiori.
La mente ci segue ovunque andiamo e le risorse mentali come la determinazione, l’autostima e la bontà rafforzano la nostra resilienza.
Cos’è la resilienza e quali sono i suoi punti di forza
La resilienza è la capacità di affrontare avversità e di superare gli ostacoli. È quella capacità di guarire dai traumi senza alienare la propria identità, anzi, imparando a trarre forza da essi per raggiungere i nostri obiettivi.
In psicologia, la resilienza è un concetto che indica la capacità di far fronte in maniera positiva a eventi traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre.
È un’espressione della duttilità della psiche e del dinamismo della personalità, che spiega come molti individui trasformino situazioni oggettivamente sfavorevoli in occasioni di cambiamento vantaggiose per la propria evoluzione verso la piena realizzazione di sé e della propria felicità.
Tutti noi abbiamo delle esigenze. Se restano insoddisfatte è normale sentirsi stressati, frustrati, infelici.
Ma le persone resilienti, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare le contrarietà in modo efficace, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti.
Hanson ci insegna che ogni essere umano ha tre bisogni fondamentali, radicati nella nostra storia evolutiva, che sono:
- il bisogno di sicurezza, che spazia dalla pura sopravvivenza alla possibilità di esprimersi senza il timore di critiche;
- il bisogno di gratificazione, che comprende tanto il semplice atto di mangiare quanto le soddisfazioni più grandi della vita;
- il bisogno di socialità, che si estende dalla sessualità alla sensazione di essere amati e apprezzati. È per questa ragione che coltiviamo legami con il prossimo.
Per soddisfare questi tre bisogni esistono quattro sistemi essenziali:
- La comprensione della realtà.
- L’acquisizione delle risorse.
- La regolazione dei pensieri, emozioni e comportamenti.
- L’instaurare rapporti efficaci con gli altri e col mondo.
Fermati un attimo a riflettere, sono 4 modi in cui rapportare l’esterno a noi stessi.
L’applicazione di questi 4 sistemi ai nostri 3 bisogni ci permette di individuare 12 punti di forza interiori, risorse psicologiche sulle quali dobbiamo lavorare per aumentare le nostra resilienza.
I 12 punti di forza della resilienza si sostengono tra loro e dobbiamo immaginarli come i nodi di una rete; tuttavia le colonne portanti di questo sistema immaginario di sostegno sono l’apprendimento e la mindfulness.
Infatti nulla può cambiare durevolmente se non dopo l’apprendimento, concetto che sta alla base dell’insegnamento di Hanson.
Per questo motivo il testo è ricco di consigli, di esercizi e di informazioni su come funziona il nostro cervello.
È necessario poi convertire l’esperienza transitoria in un cambiamento definitivo: la cosa interessante è che il nostro cervello è estremamente plastico e possiamo cambiarlo.
Riuscire a radicare queste risorse nel nostro modo di essere ci permette di diventare meno ansiosi, meno irritabili, meno delusi e di affrontare la vita con maggiore serenità.
Sono risorse psicologiche ma sono anche aspetti della nostra personalità: è dove riconosciamo di essere carenti che dobbiamo intervenire.
Arrivare al cuore dei problemi, con umiltà e desiderio di cambiamento, è il primo passo per contribuire a risolverli.
La posta in gioco, diventare resilienti, credo sia una conquista per ogni essere umano.
“Questo libro offre passaggi semplici, accessibili e pratici per toccare la pace e la gioia che sono il diritto di nascita di ogni persona.”
Definizione che dobbiamo fare nostra, parola dell’autore e monaco buddista Thich Nhat Hanh.
Come coltivare la Resilienza
A ognuno di questi punti di forza (compassione, grinta, calma, coraggio, mindfulness, gratitudine, motivazione, aspirazioni, apprendimento, sicurezza, intimità e generosità) Hanson dedica un capitolo.
Per ognuno di essi poi svela una serie di atteggiamenti da mantenere e, ove necessario, da cambiare per appropriarci di un modo di vedere e di sentire diverso e migliore per noi stessi. E per diventare resilienti.
Alcuni consigli sono semplicissimi e magari già li mettiamo in pratica perché sappiamo che ci fanno bene.
Ad esempio, trovare un luogo-rifugio (che può essere anche un’abitudine, un’attività, una persona o un animale domestico) vuol dire trovare qualcosa che ci faccia star bene, che ci risollevi l’umore, che ci faccia sentire protetti e al sicuro.
Oppure il benessere che regala l’esercizio fisico, meglio se all’aperto: il rilascio di dopamina ed endorfine (che segue qualsiasi attività che ci appaga) permette la riduzione degli ormoni dello stress, rafforzano il sistema immunitario e contribuiscono a placare il senso di preoccupazione.
Altri consigli, quali l’imparare a dire no, applicare la compassione anche su noi stessi, imparare ad accettare la realtà e a controllare la rabbia, diventare autonomi e coltivare l’autostima sono meno scontati e difficili da attuare senza qualcuno che ci indichi dove focalizzare la nostra attenzione per muovere i primi passi del cambiamento.
Quello che forse non siamo abituati a pensare è che si può imparare ad apprendere, a qualsiasi età. Parola di Rick Hanson:
“L’apprendimento è la risorsa interiore che permette il potenziamento di tutte le altre.”
Solo un terzo circa delle nostre caratteristiche è determinato dal DNA: ben due terzi sono apprese.
Direi che questa è un’ottima notizia, perché vuol dire che abbiamo a disposizione un ampio margine operativo per decidere che tipo di persona vogliamo essere.
Vi ho incuriosito abbastanza?
L’autore va in profondità, presenta degli esempi in cui possiamo riconoscerci e spiega come affrontare il testo, dal momento che ciascuno di noi ha necessità sue proprie.
Coronavirus e Resilienza: le parole dello psicologo Rick Hanson
“In momenti come questo è naturale sentirsi spaventati, ansiosi o minacciati.
Il nostro cervello si è evoluto per reagire rapidamente alle minacce ed è facile che ci sia un senso di impotenza associato a problemi che sembrano ben al di là del nostro controllo.
Ma essere consumato dalla paura provoca usura sul corpo, e ciò mina la tua sicurezza.”
E seguono, sul suo sito web, alcuni consigli su come scrivere e comunicare in questo periodo. Sono a disposizione inoltre contenuti gratuiti e scaricabili.
Rick Hanson spiega la duttilità del cervello
Consigli di lettura per chi vuole capirne di più di emozioni e di intelligenza
In questo periodo anche chi non è abituato a guardarsi dentro ha imparato a farlo. E magari ha conosciuto qualcosa in più di sé, ha scoperto delle passioni che non sapeva di avere o ha capito di amare dei generi letterari che non aveva mai sperimentato prima.
Se vi interessa capire qualcosa in più sulle emozioni e su come funziona l’intelligenza umana vi consiglio altri tre testi:
1. Intelligenza Emotiva, Daniel Goleman
Diventato un classico, questo testo ha cambiato il modo di pensare all’intelligenza dimostrando l’importanza delle componenti emotive anche nelle funzioni razionali del pensiero.
2. Atlante delle Emozioni Umane, Tiffany Watt Smith
Attraverso l’antropologia, la storia, l’arte e la letteratura l’autore ci parla di 156 emozioni. Alcune le abbiamo provate e le riconosciamo, alcune non sappiamo di averle provate, altre – forse – non le proveremo mai.
3. Il dono delle persone sensibili, Nicoletta Traviani
Con il Quaderno di decompressione per persone sensibili questo testo si rivela una guida preziosa arricchita da esercizi pratici per scoprire l’ipersensibilità, per valorizzarla e per farne un centro di equilibrio.
Se volete invece approfondire ulteriormente il tema della resilienza con Rick Hanson scoprite ulteriori contenuti sul suo sito www.rickhanson.net
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